L’obelisco come simbolo del destino nell’antico Egitto

A presentation at La corona come simbolo del destino in in United States by anturov

Nell’antico Egitto, l’obelisco non era soltanto un monumento architettonico, ma un potente simbolo cosmico e di destino. Costruito come unico blocco di pietra, innalzato verso il cielo, rappresentava il legame diretto tra l’uomo e il divino, tra la terra e il sole. Il termine egizio tekhenu significava “raggio solidificato”, richiamando i raggi solari del dio Ra. L’obelisco era dunque percepito come un segno del fato stabilito dagli dèi, capace di guidare la vita dei faraoni e del popolo. Alcuni storici hanno paragonato questo simbolo a una scommessa rischiosa in un casino https://mrocasino.it/: come alle slot, il risultato dipendeva da forze invisibili, che solo gli dèi potevano controllare.

Le iscrizioni sugli obelischi raccontavano i trionfi dei faraoni e la loro legittimità divina. Non erano semplici testi celebrativi: servivano a fissare per sempre, nella pietra, il destino politico e religioso del sovrano. Secondo uno studio dell’Università del Cairo (2019), oltre il 70% delle iscrizioni conservate collega esplicitamente l’obelisco al concetto di eternità e ordine cosmico. Era come se la pietra parlasse per i secoli futuri, ricordando che il potere del faraone non era effimero, ma inscritto nel destino stesso dell’universo.

Il simbolismo degli obelischi era legato anche al ciclo solare. La loro punta, spesso rivestita d’oro o di elettrum, rifletteva i raggi del sole nascente, trasformandosi in guida visibile del percorso quotidiano dell’astro. Questo faceva dell’obelisco un vero e proprio “orologio cosmico”, che scandiva il tempo e il cammino del fato. Nei forum di appassionati di egittologia, molti utenti commentano che “guardare un obelisco significava leggere la volontà degli dèi”.

Con il tempo, l’obelisco divenne anche simbolo di protezione e stabilità. Nei templi, spesso collocato davanti agli ingressi, segnava la soglia tra il mondo umano e quello divino. In questo senso, attraversare l’ombra dell’obelisco equivaleva a entrare in un destino sacralizzato.

La fortuna degli obelischi non si fermò con l’Egitto. I Romani li portarono a Roma come trofei di conquista, trasformandoli in simboli di potere imperiale. Oggi ne sopravvivono più di 30 sparsi tra Europa e Medio Oriente, ancora percepiti come segni di forza e mistero.

Il loro fascino continua anche nella cultura moderna. L’obelisco di Washington, ad esempio, è visto come richiamo al destino nazionale degli Stati Uniti. Nei social, foto e hashtag come #obelisk sono spesso accompagnati da riflessioni sul rapporto tra uomo, tempo e destino.

L’obelisco rimane quindi una delle immagini più forti dell’antichità: un ponte di pietra tra cielo e terra, simbolo che il destino non è scritto sulla sabbia, ma scolpito nella roccia e nella luce eterna del sole.